Nel nord del Ghana c’è una cittadina che si chiama Larabanga nel distretto di Gonja Ovest ed è nota per la moschea di fango realizzata nel 1421 in stile sudano-saheliano, ed è la più antica del paese e tra le più vecchie dell’Africa Occidentale.
Le leggende di Larabanga
La storia di questa città è sconosciuta, o meglio è legata a racconti leggendari che si sono tramandati di generazione in generazione. Si narra, infatti, che Larabanga (che si trova nei pressi del Mole National Park) fu fondata tra l’XI e il XIV secolo da Yidan Brajmah chiamato Ibrahim, arrivato in Ghana da Medina in aiuto di Ndewura per conquistare antichi territori. In cambio di questo sostengo, a Ibrahim venne concesso di insediarsi in un luogo di sua scelta di tutto il regno. Dalla pietra mistica, considerata ancora oggi miracolosa e posta al centro di Larabanga, Ibrahim scagliò una lancia in cielo che cadde in una pianura in cui oggi trova collocazione la moschea.
Un’altra leggenda racconta, invece, che fu un commerciante musulmano di nome Ayuba a ricevere in sogno le istruzioni per costruire la moschea. Ma quando si svegliò, trovò già le fondamenta realizzate per cui dovette solo completare l’opera. Ayuba sarebbe sepolto sotto un albero di baobab accanto alla moschea.
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La moschea di fango
La moschea è un esempio di architettura del Sahel, con utilizzo di tecniche e materiali locali come fango e canne. Ha due torri di forma piramidale, dodici contrafforti di forma conica sull’esterno e legni orizzontali. È realizzata con materiale deperibili, che ogni anno richiedono lavori di restauro, soprattutto dopo la stagione delle piogge.
Proprio tutti questi lavori di mantenimento ne hanno in parte modificato il design iniziale. Una tempesta del 2002 ha distrutto il minareto che è stato poi ricostruito grazie a una serie di fondi stanziati dal World Monuments Fund. I lavori di restauro hanno anche interessato l’intonaco cementizio e le strutture in legno che sono state sostituite.
Qui è conservata una copia del Corano e si narra che sia arrivata dal cielo su richiesta del fondatore della moschea di fango. Ogni anno qui arrivano pellegrini provenienti da tutta l’Africa.
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