Coronavirus, il Console Taricone: «In Ghana in atto tutte le misure per contenere la pandemia»
Anche in Ghana sono state attivate nei giorni scorsi le misure restrittive per contenere la pandemia da Coronavirus. Per alcune settimane, in base a quanto dichiarato dal Servizio Sanitario del paese e dal ministero della Salute, la popolazione ghanese è invitata ad uscire di casa per lo stretto necessario, evitando quindi assembramenti come in tutti gli altri paesi del mondo.
Il distanziamento sociale insieme a una corretta igiene delle mani sono le uniche armi al momento a disposizione per evitare la diffusione del contagio, non avendo un vaccino da somministrare. A raccontare la situazione che sta affrontando il paese africano è il console del Ghana in Italia Massimiliano Colasuonno Taricone.
Console, come sta vivendo il Ghana questo difficile momento?
«Siamo in lockdown dal 30 marzo, tutte le attività commerciali sono chiuse proprio come in Italia, tranne quelle di generi alimentari. I ghanesi stanno rispettando bene tutte le regole imposte e l’esercito vigilia, ma non ci sono particolari problemi. Nell’arco di un paio di settimane siamo passati da 4 a 300 casi, abbiamo effettuato circa 15mila tamponi e ora attendiamo il risultato».
Qual è la situazione attuale?
«Il Ghana è stato previdente perché ha chiuso porti, strade e aeroporti già da diverse settimane, creando un isolamento necessario per tutelare la salute pubblica ed evitare la diffusione del virus. Ci aspettiamo di fronteggiare un’epidemia come sta accadendo negli altri paesi di tutto il mondo. C’è preoccupazione, perché i posti in terapia intensiva qui sono davvero pochi».
Quali sono le previsioni per le prossime settimane?
«Il governo sta facendo del suo meglio con i mezzi che ha a disposizione, la situazione è in continuo aggiornamento: al momento il lockdown è previsto per un paio di settimane, ma è probabile che venga prolungato. Sono arrivati dei messaggi da parte del presidente della Repubblica del Ghana Nana Dankwa Akufo-Addo, stiamo cercando di contenere l’epidemia il più possibile, ma siamo ancora in una fase iniziale. Nel frattempo ci sono arrivati degli aiuti umanitari dalla Cina e vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane, che per noi saranno fondamentali».
Leggi anche: L’antica moschea di fango di Larabanga: tra architettura e leggende