Akwaaba amici!
Cominciamo ad entrare nel cuore del “fare business” in Ghana.
Avendo letto le puntate precedenti, sono sicuro che ormai sarete esperti di burocrazia ghanese 😉 quindi ci occuperemo da ora in poi degli aspetti pratici.
Oggi parleremo dell’organizzazione in generale, non affronteremo l’aspetto specifico del tipo di business (ristorante piuttosto che autosalone), oppure gli argomenti di tipo immobiliare (comperare o affittare una sede) che invece andremo a trattare singolarmente nelle puntate a venire. Affronteremo invece i problemi di natura pratica di quando apri un’azienda.
Qualche domanda prima di aprire un’azienda in Ghana
Le prime domande che vi starete chiedendo:
È FACILE APRIRE UN’AZIENDA IN GHANA? – SÌ
È VERO CHE LE POSSIBILITÀ DI AVERE UN OTTIMO SUCCESSO IN GHANA SONO MAGGIORI RISPETTO ALTROVE? – SÌ
È FACILE FARE IMPRESA IN GHANA E IL SUCCESSO È ASSICURATO? – NO
Essere imprenditore in Ghana, anche se molto più semplice rispetto ad altri paesi africani, è sicuramente molto diverso e più difficile generalmente che lavorare in Italia. Chiariamoci subito: se vi aspettavate il contrario non andate neanche avanti nel leggere il resto.
I motivi sono molteplici, ma io li racchiuderei in 2 principali:
- culture differenti
- strutture organizzate atte alla standardizzazione delle performance sono ancora in fase di sviluppo.
Quando parlo di cultura, non mi riferisco all’istruzione, anzi. Sarete sorpresi nell’apprendere che in Ghana il tema è molto sentito (nelle compagnie di media dimensione, 500/1.000 dipendenti, le dimissioni volontarie per proseguire i percorsi di studio universitari o corsi di specializzazione rappresentano il 73% della casistica). Per cultura intendo proprio come il lavoro viene percepito.
Il Ghana viene da un’impostazione lavorativa di tipo britannico visto gli anni di colonizzazione, per cui si guarda più al titolo e alla posizione ricoperta che alla effettiva personalità di chi lo ricopre e questo aspetto, soprattutto per la cultura italiana, rappresenta un grande ostacolo, come ho potuto constatare negli anni.
A prescindere della dimensione aziendale, l’impostazione è sempre di natura piramidale, ogni posizione ha un titolo e una job description (mansionario). Allo stesso livello di posizione (apprendista, base, assistente, manager, direttore) corrisponde la stessa descrizione lavorativa modificata in base al settore specifico. Sebbene questo possa essere più o meno così anche in Italia, sicuramente in Ghana ha un effetto più marcato dovuto alla poca assuefazione agli incarichi flessibili.
In Ghana di fatto manca l’abitudine al multitasking. Devo dire che le nuove generazioni un po’ ci stanno provando, ma la strada è ancora lunga e tortuosa, proprio partendo dalle università e le aziende pubbliche che limitano molto questa caratteristica.
Se da una parte questo semplifica a livello organizzativo, dall’altra appiattisce molto a livello di contribuzione attiva da parte del lavoratore e te ne accorgi soprattutto nella gestione degli imprevisti, che se non messi nella casistica estrema del mansionario, rischiano di diventare ostacoli insormontabili.
Un altro effetto negativo, secondo me il più importante, è rappresentato dal fatto che questo approccio “meccanico” del lavoratore ha la conseguenza di non fidelizzarlo al suo posto di lavoro.
È statisticamente vicino allo zero, la possibilità che un lavoratore di base e medio livello resti a lavorare nella stessa compagnia per più di 3/5 anni.
So cosa state pensando: “Adesso arrivo io, importo il mio sistema, faccio i brain storming coinvolgo le persone nel progetto, le fidelizzo con premi etc. etc.” Scordatevelo! L’intenzione è ottima, ma non funzionerà mai.
Se volete avere un ottimo raccolto dovete prima preparare il terreno, questo vorrà dire anni e anni di tentativi, errori, delusioni fino a che tutto sarà pronto per come lo volete voi, ma nel frattempo dovrete fare i conti con la quotidianità.
Groundhog Day (il giorno della marmotta)
“RICOMINCIO DA CAPO” è un film spassosissimo degli anni ’90 con Bill Murray e Andie MacDowel, dove il protagonista si trova intrappolato perennemente allo stesso giorno.
Si alza al mattino, e trascorre la giornata facendo tante cose e interagendo con le persone, ma al mattino dopo svegliandosi si trova al punto di prima e deve ricominciare daccapo con gli stessi identici problemi e discorsi da affrontare.
Molto spesso in Ghana si può avere questa sensazione, ed è lì che testerete se potrete avere successo oppure no.
Il segreto del successo
Volete avere successo in Ghana? Non scendete a compromessi con la vostra visione, non accettate risultati buoni a metà, e non stancatevi di ripetere all’infinito le stesse cose, mostrate le cose come vanno fatte e fatelo di continuo domani e ancora domani l’altro e per i primi tre anni tutti i giorni.
Leggo i vostri pensieri: “Ma questi sono proprio così duri di comprendonio…”. Niente di più errato, il problema siete VOI.
Il gusto, la classe, la qualità, l’innovazione sono tutte eccellenze italiane che esportate in Africa hanno bisogno di avere un livello di preparazione e dedizione che per essere raggiunto ha bisogno di tempo.
Chi nasce e cresce in Italia ha un vantaggio che pochi al MONDO hanno, l’educazione e l’abitudine al bello, che fa sì che si tenda a dare per scontato le cose più semplici come può essere apparecchiare una tavola, appendere un quadro o fissare una ceramica.
Ma chi me lo fa fare allora
Se sarete sistematici, ma soprattutto costanti nel medio tempo, troverete le figure che assorbiranno la vostra visione e mentalità, così che potrete costruire il team che desiderate, sul quale potrete poi sviluppare il vostro grande sogno.
Soprattuto, ricordatevi che dove ci sono problemi ci sono opportunità, i vostri problemi sono i problemi di tutti, se riuscite a risolverli nessuno vi ferma più e lo spazio che avrete davanti sarà smisurato senza nessun tipo di limite alla crescita, al contrario di quanto accadrebbe in Europa, dove tutto è esasperato da una agguerrita concorrenza che ha lasciato veramente poche briciole ai piccoli e medi imprenditori, a tutto vantaggio delle grandi imprese e distribuzioni internazionali.
Che ne dite ne vale la pena?
Alla prossima puntata dove parleremo di come strutturare un azienda sempre dal punto di vista pratico.
Ayekoo!!!!
Massimiliano Colasuonno Taricone
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