Vi presento Moses!
Una mattina di 16 anni fa i responsabili dell’orfanotrofio Foster Home di Frafrah lo trovarono lì da solo, avvolto in un lenzuolino di cotone azzurro. Lo chiamarono Moses e lui vive ancora lì.
Vi starete chiedendo: che connessione c’è tra Moses e un impiego in Ghana? Poche righe ancora e lo capirete.
Ho conosciuto Moses qualche mese fa. Il direttore dell’orfanotrofio mi aveva invitato al fine di farmi conoscere la struttura, con l’occasione avevamo organizzato una sorpresa con Kwadwo Asamoah (giocatore dell’Inter), un fratello vero e un ragazzo dal cuore d’oro: un rinfresco per tutti e una sessione di giochi insieme che, grazie soprattutto alla popolarità di Asa in Ghana, è stata indimenticabile.
Ricordo quel giorno perché c’era anche un giovane volontario italiano, aspirante ingegnere informatico, che terminava il suo periodo di volontariato presso quello stesso orfanotrofio.
Il giovane italiano, in maniera molto carina, ringraziò tutti e fu molto commovente, in un breve periodo aveva informatizzato la scuola, catalogato la libreria per bene, e infine creato il database di tutto l’archivio anagrafico, davvero bravo.
Poi prese la parola Moses. Io nel corso della mia vita ho avuto il privilegio di sentir discorsi di mega imprenditori, super professori e grandi statisti sull’argomento integrazione e lavoro in Africa, ma quelle poche semplici parole pronunciate da Moses, per salutare quel giovane volontario, sono la miglior lezione mai ascoltata per chiunque voglia avere un’esperienza professionale in Ghana. “Grazie, sei venuto qui, hai visto cosa potevi fare per noi e ci hai aiutato, abbiamo imparato qualcosa d’importante da te, ma sono sicuro che anche tu hai imparato qualcosa di altrettanto importante da noi” ha detto Moses.
BINGO!
Come approcciarsi?
Uno dei motivi principali del fallimento nelle esperienze di lavoro in Ghana è proprio l’atteggiamento sbagliato, un po’ prevenuto, della serie: “Io vengo dalla culla del Rinascimento, sono un maestro nel mio lavoro, e non ho niente da imparare, figuriamoci in Africa poi…” Nulla di più errato.
La conoscenza tecnica e approfondita di un settore è fondamentale per trovare lavoro, soprattutto in Ghana, e questo è il vostro bagaglio personale che nessuno può toccare, ma saperlo poi applicare a una realtà diversa da quella in cui siete cresciuti, sarà la chiave del vostro successo. Tutto questo può avvenire solo se avrete la capacità di scambiare e assorbire le conoscenze con vostri colleghi locali.
L’altro grave errore da evitare è quello di avere un atteggiamento conservativo delle proprie conoscenze: capisco l’umana paura nel pensare che il valore del proprio lavoro, se assorbito da un lavoratore locale a un costo molto inferiore rispetto al vostro, possa significare il rischio di perdere l’impiego. Ma alla lunga questa tattica non paga: primo perché presto o tardi qualcuno che possa fare quello che fate voi ci sarà sempre. Secondo perché vi tiene inchiodati senza possibilità di crescita, perché nessuno vi pagherà di più per fare lo stesso lavoro e, molto più importante, se non potete essere sostituiti non potete neppure essere promossi, riflettete su questo ultimo concetto soprattutto.
Non bisogna scendere a compromessi con la qualità delle prestazioni, che possono inficiare il risultato finale, ma dovete capire da subito che il risultato finale “OTTIMO” potrebbe essere differente da quello a cui voi siete abituati.
Facciamo un esempio pratico: nelle costruzioni (soprattutto nell’ambito privato) alla rapidità di esecuzione viene quasi sempre privilegiato il risparmio dei costi della mano d’opera (nei limiti logici). Così che, se voi foste project manager impiegati in un progetto di costruzione di una casa per un privato, dovreste tenere in considerazione questo aspetto. Un altro esempio è nel settore retail, dove per cultura è difficilissimo accettare di svendere stock, per cui bisogna sempre lavorare sul derivato di quello che si ha, prima di poter rinnovare. Sono sicuro che avete capito.
Com’è il mercato impiegatizio in Ghana?
Fino a circa 10 anni fa i lavori manuali specializzati provenienti dall’Europa (idraulico, falegname, elettricista, etc.) avevano un ottimo mercato (4/7 mila euro al mese, con casa, macchina, voli e molti altri piccoli benefit pagati). Nel tempo, vuoi per l’aumento della competitività del mercato, con molti arrivi dai mercati asiatici, vuoi per una crescita naturale del personale locale, ma soprattutto per l’enorme numero di espatriati, che una volta arrivati in Ghana hanno messo su famiglia e sono rimasti anche una volta finito il loro contratto di lavoro, si sono create le condizioni per una contrazione dei salari del 50/60%. Per cui oggi è facile trovare molti freelance a un costo esiguo, anche se la mancanza di aggiornamenti professionali può rappresentare un limite per gli imprenditori.
Lo stesso discorso vale anche per i settori tecnici specializzati (architetti, ingegneri, programmatori etc.). Con le dovute proporzioni naturalmente.
Come trovare il giusto impiego?
Parto dal presupposto che non lavoriate in una grande società multinazionale, per cui dovete rimboccarvi le maniche e trovare lavoro, da remoto in Italia. Il mezzo principale resta il web: Linkedin, Joberman e molti altri siti specializzati compresi blog di espatriati e siti diplomatici sono pieni di annunci, le precauzioni sono sempre le stesse che si usano in questo caso, cautela e buon senso, soprattutto se le aziende non sono internazionali.
Attenzione questo non vuol dire che le aziende locali non siano affidabili, anzi, molto probabilmente sono disposte a pagare salari migliori per quanto riguarda impieghi espatriati, ma vige il principio di prima: esigenze e standard diversi.
Una volta inviato il vostro C.V. se arrivate a ottenere un’intervista (sicuramente in video call) non dimostratevi subito ansiosi di sapere dove andrete a vivere o che tipo di macchina vi daranno, siate invece curiosi del tipo del lavoro che dovreste fare, come loro desiderano lo facciate, e dove sarebbe la vostra sede di lavoro.
Wow, Ho un nuovo lavoro! E ora?
Ecco, ora è il momento di chiedere tutto, e per iscritto, fatevi mandare un contratto molto dettagliato, sia sulla lista dei vostri compiti, orari di lavoro, compensazioni e benefit, che auto avrete, dove sarà la vostra casa etc. Controllate che tutto sia corrispondente a cosa vi siete detti, non derogate da questo.
Nel caso plausibile non l’abbiate ancora fatto, raccogliete più feedback possibili sull’azienda, fatevi mandare, insieme al vostro contratto, i documenti principali di registrazione della compagnia dove andrete a lavorare (pratica molto comune in Ghana) e in ultima ipotesi, chiedete un parere anche all’ambasciata italiana, che in Ghana funziona molto bene.
Una delle cose che dovete pretendere è che la compagnia si prenda carico del vostro permesso di lavoro, che non pensiate di lavorare con visti turistici, è illegale e in caso di problemi perdereste la copertura legale. I permessi di lavoro sono due principalmente: quelli riservati alle quote espatriate, che ogni compagnia ha, in maniera limitata; e quelli temporanei dati per lavori speciali (un restauratore di affreschi che ottiene un contratto di lavoro di qualche mese).
Akwaaba, che faccio?
La prima cosa da fare, appena arrivati in Ghana, è quella di andare in ambasciata italiana, e presentarvi per l’iscrizione all’A.I.R.E. (Anagrafe, italiani, residenti, estero).
Questo vi darà delle cautele importanti, dal punto di vista fiscale (ne parleremo avanti), dal punto di vista di sicurezza personale per ogni evenienza. Per il resto, cominciando a vivere in Ghana, datevi almeno sei mesi di tempo, prima di poter elaborare un’idea definita su questo paese che, vi ripeto, è meraviglioso!
Alla prossima!
Massimiliano Colasuonno Taricone
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